La vie est courte, mais on s’ennuie quand même (Jules Renard)


vineri, 23 decembrie 2011

Merry Christmas!

Come tutti i figli di uomini, il figlio di Giuseppe e di Maria nacque sporco del sangue di sua madre, vischioso delle sua mucosità e soffrendo in silenzio. Pianse perché lo fecero piangere, e avrebbe pianto per quest’unico e solo motivo. Avvolto nelle fasce, riposa nella mangiatoia, non lontano dall’asino, ma non c’è pericolo di morsi, che la bestia l’hanno legata corta. Zelomi è andata fuori a sotterrare la placenta, mentre Giuseppe si sta avvicinando. Lei aspetta che lui entri e si ferma a respirare l’aria fresca dell’imbrunire, stanca come si avesse partorito lei stessa, nell’immaginazione, perché figli non ne ha mai avuti.
Scendendo dal pendio, tre unomini si avvicinano. Sono i pastori. Entrano insieme nella caverna. Maria è sdraiata e tiene gli occhi chiusi. Giuseppe, seduto sopra un sasso, ha il braccio posato sulla mangiatoia e sembra guardare il figlio. Si fecce avanti il primo pastore e disse, Con questo mani ho munto le mie pecore e ho raccolto il loro latte. Maria, aprendo gli occhi, sorisse. Avanzò il secondo pastore e disse, Con queste mani ho lavorato il latte e ho fatto il formaggio. Maria accennò col capo e sorrise di nuovo. Posi si avvicinò il terzo pastore, per un instante parve riempire la grotta con la sua statura e disse, senza guardare né il padre né la madre del bimbo apenna nato. Con queste mani ho impastato il pane che ti offro, col fuoco che esiste solo dentro la terra io l’ho cotto. E Maria seppe chi era. (José Saramago, Il vangelo secondo Gesù Christo)

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